Georgia Zara, Raffaello Cortina Editore, 2018.
Il diniego è una caratteristica ricorrente nei sex offender. I sex offender negano il reato per il quale sono stati accusati e spesso continuano a negare la loro partecipazione agli eventi offensivi anche quando la condanna è diventata irrevocabile. Se non negano totalmente, negano almeno parzialmente i dettagli delle dinamiche abusanti o comunque minimizzano la gravità delle violenze sessuali o quantomeno le conseguenze sulle persone offese. Nella maggior parte dei casi, quando posti di fronte all’esecuzione della condanna penale, non accettano la responsabilità per le loro azioni invocando spiegazioni, a volte razionalizzate, altre volte intellettualizzate, per discolparsi da quanto accaduto. In alcuni casi asseriscono il fatto che si tratti solo di un fraintendimento oppure dell’essere stati incastrati o addirittura sedotti dal ruolo attivo e partecipato della vittima, assurgendo a loro difesa il fatto che in assenza di forza fisica non si possa essere di fronte a violenza sessuale.
Questo volume analizza cosa sia il diniego e come funzioni in un ambito della vita umana che è particolarmente complesso, controverso, inaccettabile e offensivo come quello della violenza sessuale. Dedicare spazio scientifico e clinico ai sex offender viene percepito come tempo sprecato e tolto alle persone offese; occuparsi di coloro che oltre ad abusare sessualmente negano viene equivocato prima facie come un modo per trascurare il fatto che dietro il diniego possa celarsi un rischio più elevato di esercitare una nuova forma di violenza. I sex offender che negano tendono ad essere percepiti, da un punto di vista giuridico, come poco collaborativi e non disponibili a riconoscere l’antigiuridicità dell’atto e l’offensività del loro comportamento che, se riconosciute, potrebbero avere invece una funzione esimente dalla punizione. La risposta auspicata risulta infatti: “Andate direttamente in Prigione. E senza passare dal Via”.
Georgia Zara, Raffaello Cortina Editore, 2018.
Il diniego è una caratteristica ricorrente nei sex offender. I sex offender negano il reato per il quale sono stati accusati e spesso continuano a negare la loro partecipazione agli eventi offensivi anche quando la condanna è diventata irrevocabile. Se non negano totalmente, negano almeno parzialmente i dettagli delle dinamiche abusanti o comunque minimizzano la gravità delle violenze sessuali o quantomeno le conseguenze sulle persone offese. Nella maggior parte dei casi, quando posti di fronte all’esecuzione della condanna penale, non accettano la responsabilità per le loro azioni invocando spiegazioni, a volte razionalizzate, altre volte intellettualizzate, per discolparsi da quanto accaduto. In alcuni casi asseriscono il fatto che si tratti solo di un fraintendimento oppure dell’essere stati incastrati o addirittura sedotti dal ruolo attivo e partecipato della vittima, assurgendo a loro difesa il fatto che in assenza di forza fisica non si possa essere di fronte a violenza sessuale.
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Questo volume analizza cosa sia il diniego e come funzioni in un ambito della vita umana che è particolarmente complesso, controverso, inaccettabile e offensivo come quello della violenza sessuale. Dedicare spazio scientifico e clinico ai sex offender viene percepito come tempo sprecato e tolto alle persone offese; occuparsi di coloro che oltre ad abusare sessualmente negano viene equivocato prima facie come un modo per trascurare il fatto che dietro il diniego possa celarsi un rischio più elevato di esercitare una nuova forma di violenza. I sex offender che negano tendono ad essere percepiti, da un punto di vista giuridico, come poco collaborativi e non disponibili a riconoscere l’antigiuridicità dell’atto e l’offensività del loro comportamento che, se riconosciute, potrebbero avere invece una funzione esimente dalla punizione. La risposta auspicata risulta infatti: “Andate direttamente in Prigione. E senza passare dal Via”.
Georgia Zara, Raffaello Cortina Editore, 2018.
Il diniego è una caratteristica ricorrente nei sex offender. I sex offender negano il reato per il quale sono stati accusati e spesso continuano a negare la loro partecipazione agli eventi offensivi anche quando la condanna è diventata irrevocabile. Se non negano totalmente, negano almeno parzialmente i dettagli delle dinamiche abusanti o comunque minimizzano la gravità delle violenze sessuali o quantomeno le conseguenze sulle persone offese. Nella maggior parte dei casi, quando posti di fronte all’esecuzione della condanna penale, non accettano la responsabilità per le loro azioni invocando spiegazioni, a volte razionalizzate, altre volte intellettualizzate, per discolparsi da quanto accaduto. In alcuni casi asseriscono il fatto che si tratti solo di un fraintendimento oppure dell’essere stati incastrati o addirittura sedotti dal ruolo attivo e partecipato della vittima, assurgendo a loro difesa il fatto che in assenza di forza fisica non si possa essere di fronte a violenza sessuale.
Questo volume analizza cosa sia il diniego e come funzioni in un ambito della vita umana che è particolarmente complesso, controverso, inaccettabile e offensivo come quello della violenza sessuale. Dedicare spazio scientifico e clinico ai sex offender viene percepito come tempo sprecato e tolto alle persone offese; occuparsi di coloro che oltre ad abusare sessualmente negano viene equivocato prima facie come un modo per trascurare il fatto che dietro il diniego possa celarsi un rischio più elevato di esercitare una nuova forma di violenza. I sex offender che negano tendono ad essere percepiti, da un punto di vista giuridico, come poco collaborativi e non disponibili a riconoscere l’antigiuridicità dell’atto e l’offensività del loro comportamento che, se riconosciute, potrebbero avere invece una funzione esimente dalla punizione. La risposta auspicata risulta infatti: “Andate direttamente in Prigione. E senza passare dal Via”.
Georgia Zara, Raffaello Cortina Editore, 2018.
Il diniego è una caratteristica ricorrente nei sex offender. I sex offender negano il reato per il quale sono stati accusati e spesso continuano a negare la loro partecipazione agli eventi offensivi anche quando la condanna è diventata irrevocabile. Se non negano totalmente, negano almeno parzialmente i dettagli delle dinamiche abusanti o comunque minimizzano la gravità delle violenze sessuali o quantomeno le conseguenze sulle persone offese. Nella maggior parte dei casi, quando posti di fronte all’esecuzione della condanna penale, non accettano la responsabilità per le loro azioni invocando spiegazioni, a volte razionalizzate, altre volte intellettualizzate, per discolparsi da quanto accaduto. In alcuni casi asseriscono il fatto che si tratti solo di un fraintendimento oppure dell’essere stati incastrati o addirittura sedotti dal ruolo attivo e partecipato della vittima, assurgendo a loro difesa il fatto che in assenza di forza fisica non si possa essere di fronte a violenza sessuale.
Questo volume analizza cosa sia il diniego e come funzioni in un ambito della vita umana che è particolarmente complesso, controverso, inaccettabile e offensivo come quello della violenza sessuale. Dedicare spazio scientifico e clinico ai sex offender viene percepito come tempo sprecato e tolto alle persone offese; occuparsi di coloro che oltre ad abusare sessualmente negano viene equivocato prima facie come un modo per trascurare il fatto che dietro il diniego possa celarsi un rischio più elevato di esercitare una nuova forma di violenza. I sex offender che negano tendono ad essere percepiti, da un punto di vista giuridico, come poco collaborativi e non disponibili a riconoscere l’antigiuridicità dell’atto e l’offensività del loro comportamento che, se riconosciute, potrebbero avere invece una funzione esimente dalla punizione. La risposta auspicata risulta infatti: “Andate direttamente in Prigione. E senza passare dal Via”.
LO PSICOLOGO GIURIDICO Matteo Rossi Renier Prefazione di Guglielmo Gulotta Premessa di Alessandro Continiello Postfazione di Pasquale Gianniti COLLANA DI CRIMINOLOGIA E SCIENZE SOCIALI FORENSI Ed. alpes Ingrandisci la COPERTINA
Manuale di analisi comportamentale Vincenzo Maria Mastronardi Monica Calderaro Silvia Leo Ed. Carrocci Faber
Le scelte tragiche dei medici nella storia Autore: Isabella Merzagora Ed.: FrancoAngeli
Una vita per il crimine. Come una criminologa legge i «gialli» Isabella Merzagora Editore: Pensa Multimedia Collana: Fuori collana Anno edizione: 2021
Il profilo criminologico. Dalla scena del crimine ai profili socio-psicologici Seconda edizione Vincenzo M. Mastronardi George B. Palermo † Giuffré Francis Lefebvre Ingrandisci la Copertina
La forza di polizia serve a imporre l’osservanza della legge e a contenere
la violenza sociale, ma è essa stessa violenza che va contenuta e canalizzata
in funzione del progetto di società che s’intende affermare. Soprattutto
nelle democrazie contemporanee, l’uso della forza comporta dilemmi
etico-politici che, in assenza di una cornice entro cui interpretare i significati
del “fare polizia”, appaiono interessare esclusivamente il singolo
agente.
In un percorso di ricerca che, a partire dai recenti episodi di police
brutality, affronta in modo interdisciplinare i principali nodi teorici che
intrecciano l’agire di polizia col tema della violenza, l’Autore propone
una lettura della forza di polizia che prende le distanze dalla vulgata delle
mele marce (o delle piante malate), per mettere in risalto la semantica
del gesto violento che emerge nell’intersezione tra diversi processi di
legittimazione dell’azione di polizia.
L’adozione di questa prospettiva d’analisi amplia le possibilità di riforma
del comparto sicurezza, tenendo conto, in particolare, di come il sistema
culturale, le politiche di polizia e i saperi professionali attraversano le
soggettività degli operatori che si trovano a “scegliere” se usare o meno
la forza in situazioni contingenti.
Il diavolo non esiste: il male è ovunque. Prende le forme di una ragazza di sedici anni che insieme al fidanzato massacra a coltellate la madre e il fratello undicenne; veste la divisa di un gruppo di poliziotti che commette rapine e omicidi a bordo di una macchina bianca nelle notti buie della via Emilia; possiede i baffi seducenti del più imprendibile e famoso bandito della Milano del dopoguerra. Quel male, quel diavolo sotto forma di mente criminale, Adolfo Ceretti lo ha studiato per tutta la vita. Ci è entrato dentro come in un tunnel senza fondo, ha toccato con mano le sue pareti oscure, ha fissato con occhi di esperto i suoi contorni inafferrabili.
Isabella Merzagora, Raffaello Cortina Editore, 2019.
Abitualmente la criminologia si occupa di atrocità che si possono considerare eccezioni. Il volume si interroga invece sul perché interi popoli possano rendersi responsabili di massacri e poi tornare alla loro normalità.
La risposta a questa domanda si è cercata soprattutto analizzando l’antisemitismo nazista, inteso come matrice di ogni razzismo, ma ci si è soffermati anche su manifestazioni recenti di “paura dell’altro”, citando molte ricerche. I fattori che determinano la possibilità che persone comuni compiano eccidi possono essere ricondotti, in sintesi, all’idea che gli altri siano diversi da noi; da qui quella spiegazione che vede nella diversità radicale la causa anche del delitto: la “criminologia dei pochi”, appunto, che porta alla “criminalità dei molti”. Rimane, a questo punto, un’ultima domanda: la storia potrà vacillare di nuovo?
Georgia Zara, Raffaello Cortina Editore, 2018.
Il diniego è una caratteristica ricorrente nei sex offender. I sex offender negano il reato per il quale sono stati accusati e spesso continuano a negare la loro partecipazione agli eventi offensivi anche quando la condanna è diventata irrevocabile. Se non negano totalmente, negano almeno parzialmente i dettagli delle dinamiche abusanti o comunque minimizzano la gravità delle violenze sessuali o quantomeno le conseguenze sulle persone offese. Nella maggior parte dei casi, quando posti di fronte all’esecuzione della condanna penale, non accettano la responsabilità per le loro azioni invocando spiegazioni, a volte razionalizzate, altre volte intellettualizzate, per discolparsi da quanto accaduto. In alcuni casi asseriscono il fatto che si tratti solo di un fraintendimento oppure dell’essere stati incastrati o addirittura sedotti dal ruolo attivo e partecipato della vittima, assurgendo a loro difesa il fatto che in assenza di forza fisica non si possa essere di fronte a violenza sessuale.
Questo volume analizza cosa sia il diniego e come funzioni in un ambito della vita umana che è particolarmente complesso, controverso, inaccettabile e offensivo come quello della violenza sessuale. Dedicare spazio scientifico e clinico ai sex offender viene percepito come tempo sprecato e tolto alle persone offese; occuparsi di coloro che oltre ad abusare sessualmente negano viene equivocato prima facie come un modo per trascurare il fatto che dietro il diniego possa celarsi un rischio più elevato di esercitare una nuova forma di violenza. I sex offender che negano tendono ad essere percepiti, da un punto di vista giuridico, come poco collaborativi e non disponibili a riconoscere l’antigiuridicità dell’atto e l’offensività del loro comportamento che, se riconosciute, potrebbero avere invece una funzione esimente dalla punizione. La risposta auspicata risulta infatti: “Andate direttamente in Prigione. E senza passare dal Via”.
A. Ceretti, R. Cornelli, Feltrinelli, Milano, 2013.
A fronte delle continue proposte di aumentare le pene, di incrementare la presenza e la visibilità delle forze di polizia e di adottare una politica di rigore nei confronti del degrado e delle inciviltà, di cui gli stranieri sarebbero i principali portatori, la sensazione per chi studia la “questione criminale” è che pochi opinion leader possiedano una conoscenza approfondita del campo penale, vale a dire di quella rete di istituzioni (tribunali, carceri, ospedali psichiatrici giudiziari, servizi sociali, case di lavoro, case di rieducazione, riformatori giudiziari ecc.) e di varie forme di relazioni supportate da agenzie, ideologie, pratiche discorsive, tra cui i saperi criminologici, sociologici, psichiatrico-forensi.
N. 4 (2021)
Volume XV, numero 4, anno 2021
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REMS – Report nazionale e osservazioni dal territorio
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Consulta qui l’archivio dei numeri della Rassegna precedenti il 2018.
Crediti immagine:
Job Lot Cheap by William Michael Harnett, 1878
William Michael Harnett, Public domain, attraverso Wikimedia Commons
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Job_Lot_Cheap_by_William_Michael_Harnett,_1878_(cropped).jpg
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